Una storia comune by Ivan Gončarov

Una storia comune by Ivan Gončarov

autore:Ivan Gončarov
La lingua: ita
Format: azw3
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788864119717
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2013-02-26T23:00:00+00:00


12 Ivan Andreevic Krylov (1768-1844), scrittore russo, autore tra l’altro di nove libri di favole nazionali del genere di quelle di La Fontaine, che ebbero enorme successo.

II

Tornato a casa, Aleksandr sprofondò in una poltrona e s’immerse nei suoi pensieri. Cominciò a riflettere sul colloquio avuto con gli zii e si sottopose a un severo esame di coscienza.

Come mai, alla sua età, permettendosi di odiare e di disprezzare il prossimo, osservando e condannando la nullità, la meschinità, la debolezza, voltando e rivoltando tutti i suoi conoscenti, s’era dimenticato di esaminare se stesso? Che cecità! E lo zio gli aveva dato una lezione come a uno scolaretto, lo aveva rimesso al proprio posto e per di più in presenza di una donna. Quanto aveva dovuto guadagnare lo zio quella sera agli occhi della moglie! Poco male, in fondo lo aveva fatto a spese del nipote… Insomma, lo zio aveva su di lui una superiorità innegabile, in tutto e per tutto.

“In che consiste”, pensava, “il vantaggio della giovinezza, della freschezza, il fuoco dell’intelletto e del sentimento, quando un uomo fornito soltanto di un po’ d’esperienza, ma dal cuore duro e senza passione, ti distrugge tutto quanto così, passandoti accanto con aria noncurante? Quando la lotta sarà pari e quando, finalmente, la giovinezza potrà sentirsi in vantaggio? Eppure l’ingegno è dalla sua parte, e gli impeti dell’anima, e la forza… e con tutto ciò lo zio appare un gigante al confronto! Quanta sicurezza nella discussione, con quanta facilità controbatte ogni obiezione e colpisce il bersaglio, così, tra un sorriso e uno sbadiglio, facendosi beffe degli slanci del cuore, dei sentimenti, dell’amore e dell’amicizia, di quello, insomma, che le persone anziane invidiano ai giovani”.

Ripensando a tutto questo, Aleksandr finì per arrossire di vergogna. Promise a se stesso di controllarsi attentamente e, alla prima occasione, di demolire lo zio nelle sue argomentazioni: gli avrebbe dimostrato che nessuna esperienza può sostituire ciò che viene “ispirato dall’alto”, che neppure una delle sue gelide, metodiche previsioni si sarebbe avverata. Avrebbe trovato da sé la propria strada e l’avrebbe percorsa con passo sicuro. Ormai non era più quello di tre anni prima. Aveva affondato lo sguardo nei misteri del cuore, nel gioco delle passioni, possedeva il segreto della vita, si era temprato alla scuola del dolore. Vedeva chiaro nell’avvenire, poteva già alzarsi, spiccare il volo. Non era più un ragazzo, ormai era un uomo… Avanti, dunque! Anche lo zio se ne sarebbe accorto; i ruoli si sarebbero capovolti e lo zio non sarebbe stato che un misero scolaro: avrebbe dovuto ammettere, con sua grande sorpresa, che esiste un’altra vita, un’altra felicità al di fuori della carriera meschina che aveva scelto per sé e che aveva imposto al nipote, forse per invidia. Uno sforzo, ancora uno sforzo… e la lotta sarebbe finita!

Aleksandr si sentì rivivere. Tornò a costruirsi un suo mondo particolare, più saggio del precedente. La zia lo sosteneva su questo cammino, ma di nascosto, quando Pjotr Ivanyč dormiva o se n’era andato in fabbrica o al circolo inglese.

Interrogava Aleksandr



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